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psicodramma

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Era fino a ieri il mio cervello
un acquario di pochi
graziosi pesci colorati,
Poi, non so come, è comparso
Un pesce onnivoro e vorace
Che ha ucciso e divorato
Tutti i coinquilini.
Così è rimasto solo
Ad osservare,
Tra muschi e sassi,
Il vecchio mondo
Stolto e deformato,
Curvo sui vetri lucidi del globo.
Non soffre mai di solitudine,
Almeno in apparenza:
Dimena le pinne della coda,
Fa vibrare le squame azzurre e viola,
Preme i denti aguzzi sul cristallo.
Non è feroce,
E’ soltanto un insaziabile affamato.
Nemmeno di notte s’addormenta,
Passa il tempo
Ad esplorare in ampi giri
Lo spazio attorno,
Studia le ombre della stanza,
La fioca luce dei lampioni
Tra i tendaggi.
Vorrebbe essere quel picchio
Che ogni sera si posa sul balcone
E picchia col becco duro
Contro i vetri.
Ah potesse come lui volare!
Libero di cantare
All’infinito
I racconti del bosco.


 Loredana Savelli - 30/05/2009 13:17:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Davvero molto carina, immediata e fresca nelle immagini... e non così semplice, come può sembrare!

 Maria Musik - 30/05/2009 13:11:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Denti aguzzi, becco duro. Sembra di sentire il digrignare ed il bussare rimbombare nel cervello in attesa di un leggiadro e quito battito d’ali.

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